La boxe in lutto per la scomparsa di Mario Landolfi

 Un altro lutto per la boxe romana, Mario Landolfi ci ha lasciato ai “confini” degli 80 anni. Una malattia subdola lo accompagnava da tempo. Ho ancora scolpito nella memoria il nostro ultimo incontro quando venne premiato nel 2016 al PalaSantoro in una riunione organizzata dalla “Casalbruciato”. Fu un momento commovente, voluto dai maestri Antonio Zonfrillo e Alberto Moretto, quest’ultimo molto legato a lui. Fu un grande protagonista della boxe romana, anche se lui era nato a Roseto degli Abruzzi. Era uno dei beniamini delle serate al Palazzetto di viale Tiziano. La sua sfortuna da dilettante era quella di essere capitato all’epoca di Carmelo Bossi e Nino Benvenuti, per cui trovò la strada chiusa alle sue ambizioni non certo nascoste. Nel 1962 decise di passare professionista. Era un pugile completo con buona tecnica, visione strategica per ogni match, incontrò i migliori welter in circolazione. Per lungo periodo fu classificato tra i primi posti per le sue sfide con alterna fortuna contro gente del calibro di Fernando Proietti, Alberto Torri, Massimo Consolati, Marco Scano e anche Carmelo Bossi, futuro campione del mondo, tanto per fare alcuni nomi. Nel 1970 si ritira, ma per modo di dire, visto che si prende il suo bel diploma da tecnico. Apre una società in una zona d’elite vicino a viale Regina Margherita. I suoi ragazzi sembrano avere una marcia in più. La vita ha le sue esigenze come il lavoro e la famiglia, non riesce a dedicare molto tempo all’insegnamento, quell’insegnamento che aveva memorizzato grazie a Guido Fiermonte, il suo primo maestro,

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